PARTIMENTI

Per formare i musicisti nei Conservatori napoletani si cominciava dalla pratica e da lì si passava, eventualmente, alla teoria.
Lo stesso vale per gli altri campi dell’arte, ad esempio quella figurativa. Non c’è stato grande pittore, almeno nel Settecento, che abbia trascurato il lavoro di bottega prima di calcare la scena del mondo. Ed è essenziale per il discepolo l’esempio del Maestro, che lo guidi passo passo a impadronirsi dei segreti del mestiere.

Il metodo d’insegnamento

Fino al 1861 alla Scuola napoletana si studiava la musica dal punto di vista pratico. La teoria era limitata all’essenziale. Si cominciava da regole semplici, ad esempio cosa suonare sopra una linea melodica d’ottava discendente o ascendente, e ogni Maestro aveva degli stili suoi da proporre agli allievi. Si procedeva per formule improvvisative, che s’applicavano immediatamente a casi pratici. Le cadenze, in quest’ottica, sono le prime cose che servono all’allievo per costuirci sopra i propri lavori.

Le cadenze spiegate in un manoscritto di partimenti

Un linguaggio nuovo

La pratica del partimento è ben diversa da quella del Basso Continuo. L’Età del Basso Continuo propriamente detta finisce con l’Arcadia. Da lì comincia l’Età dei Partimenti.
Se il basso continuo impone una numerica senza curarsi troppo del contrappunto delle parti e delle imitazioni, i partimenti suggeriscono cosa fare in ogni genere di musica e per ognuna delle parti coinvolte. Sono assai utili ad esempio per comporre anche le fughe.
In linguaggio stenografico spiegano come improvvisare, comporre, e muovere le parti.

Un linguaggio condiviso

I partimenti sono suddivisi in sezioni come in un puzzle. Esse si incastrano liberamente in combinazioni sempre nuove. Potrei decidere di iniziare il Minuetto con una formula, aggiungendone un’altra, poi un’altra ancora che ha insegnato Pergolesi, e una di Cimarosa per finire, e in qualsiasi tonalità, variando fin che voglio la melodia nel rispetto della tradizione. In questo modo riuscirei a comunicare efficacemente e ad essere perciò compreso, perché i modelli sono consolidati, e ognuno li capisce.

Dalla pratica alla teoria

Dalla pratica vengono i migliori artisti, dalla pratica viene la teoria e non il contrario.

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