Giovanni Paisiello è nato a  Taranto il 9 maggio 1740 ed è morto a Napoli il 5 giugno 1816. Compositore italiano; fu uno dei massimi protagonisti della musica del Settecento.

Quest’anno ricorre il bicentenario dalla morte. ItalianOpera lo celebra in queste pagine, a cominciare da qui.
Luca Bianchini, membro del comitato scientifico per le celebrazioni di Giovanni Paisiell, racconta qualcosa della sua vita, commenta alcuni dei suoi lavori, riassume i libretti allegandoli agli articoli, insieme a qualche partitura e ai frontespizi delle opere.

Paisiello è considerato una delle maggiori glorie della musica. Egli nacque a Taranto il 9 maggio 1741. Il padre faceva il veterinario e aveva destinato il figlio agli studi legali. Giovanni fu mandato a studiare al Collegio dei Gesuiti. Guarducci, Maestro di cappella della chiesa dei Cappuccini, rimasto colpito dalla voce di Paisiello e dalle capacità musicali, gli diede da cantare a memoria alcune parti solistiche. Molto soddisfatto dei risultati, consigliò i genitori di mandarlo a Napoli a studiare musica. Il padre, rinunciando a farne un avvocato, accettò la proposta, e così Paisiello poté iniziare l’esperienza di collegiale a Napoli frequentando il Conservatorio di Sant’Onofrio. Quell’istituzione a quel tempo era diretta da Francesco Durante, celebrato compositore, che non tardò ad accorgersi delle doti dell’allievo, che dopo cinque anni di pratica divenne primo “ripetitore”, con il compito d’insegnare musica ai compagni. Negli anni successivi egli compose Messe, Salmi, Mottetti, Oratori, e già nel 1763 un intermezzo che fu eseguito dai suoi colleghi nel piccolo teatro del Conservatorio di Sant’Onofrio. Il successo del lavoro gli valse commissioni di nuove Opere per il teatro di Bologna. Al teatro Marsigli furono eseguite nel 1763 la Pupilla e il Mondo alla rovescia, oltre ai Francesi brillanti, stando alla biografia di Folchino Schizzi.
Schizzi (1833, 28)

Folchino Schizzi, Della vita e degli studi di Giovanni Paisiello, ragionamento del conte Folchino Schizzi, Gaspare Truffi, Milano, 1833
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(Luca Bianchini)

(segue)

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