INTRODUZIONE

Chiara e Serafina ossia Il Pirata è un melodramma semiserio in due Atti di Felice Romani, tratto da La citerne (Parigi, 1089), dramma in quattro Atti di René Charles Guibert de Pixerécourt. Donizetti compose nell’ottobre 1822 Chiara e Serafina, che fu rappresentata a Milano, nel Teatro alla Scala, il 26 ottobre 1822.

LA PARTITURA MANOSCRITTA

La partitura manoscritta autografa è all’archivio Ricordi di Milano; al Museo Donizetti di Bergamo esiste solo il manoscritto autografo del duetto tra Chiara e Don Meschino, di 16 cartelle a 16 pentagrammi (I. 1a. A. b).

IL LIBRETTO

Solisti della prima rappresentazione al Teatro Nuovo di Napoli, il 26 ottobre 1822:
Chiara  – soprano – (Isabella Fabbrica)
Serafina – mezzosoprano – (Rosa Morand)
Lisetta – soprano – figlia di Sancio e di Agnese (Marietta Gioia Tamburini)
Agnese – contralto – custode del castello di Belmonte (Carolina Sivelli)
don Ramiro – tenore – il figlio del podestà di Minorca, destinato sposo di Serafina (Savino Monelli)
Picaro – basso – antico servitore di don Fernando, ora pirata (Antonio Tamburini)
don Meschino- voce recitante – benestante del villaggio di Belmonte, uomo sciocco e innamorato di Lisetta (Nicola de Grecis)
don Fernando – tenore –  tutore di Serafina, falso amico di don Alvaro e ricco signore di Minorca (Carlo Poggiali)
don Alvaro – basso – il capitano di vascello , padre di Chiara e Serafina (Carlo Pizzochero)
Gennaro – voce recitante – il capo dei pirati (Carolo Poggiali)
Spalatro – voce recitante – il capo dei pirati (Carlo Dona)
Coro di paesani e paesane, pirati o guardie

LA TRAMA

Avvertimento

Don Alvaro, padre di Chiara e di Serafina, era un prode capitano di vascello, che, durante la guerra degli Spagnuoli contro gli Algerini, veleggiando con Chiara primogenita sua da Cadice a Majorca, fu da questi sorpreso e tenutoi due lustri prigioniero. Gli emuli suoi alla corte, stigati da don Fernando, uomo potentissimo segretamente nemico di don Alvaro, diediero a questa disgrazia tutta l’apparenza del delitto; di modo che don Alvaro fu condannato come reo di tradimento, e tutore della piccola Serafina fu eletto don Fernando medesimo. Cresciuta essa in età ed in bellezza, confinolla questi in Majorca, e andò macchinando di come farla sua, non già per amore ch’essa gli inspirasse, ma per desiderio di possederne il ricchissimo patrimonio. In questo mentre Serafina, innamoratasi di Don Ramiro, giovane cavaliere di quell’isola, fu da lui chiesta in sposa a don Fernando, il quale non sapendo come opporsi apertamente a queste nozze, ebbe ricorso all’inganno.

Atto I

La scena si finge a Majorca, nel vecchio castello di Belmonte e nel palazzo di don Fernando

Agnese racconta la storia di Serafina, sorella di Chiara e figlia del capitano don Alvaro, entrambi rapiti dai pirati. il suo tutore don Fernando vorrebbe sposarla, per accaparrarsi i beni del padre. Don Meschino invece è invaghito di Lisetta, figlia di Agnese, e le chiede la mano. La ragazza rifiuta, mentre scoppia un temporale. Appaiono improvvisamente don Alvaro e Chiara, preoccupati per la sorte della sorella. I due redivivi chiedono aiuto a Lisetta e ad Agnese, ma non svelano la loro identità . Sbarca intanto il pirata Picaro, un tempo servo di don Fernando, alla ricerca d’un lavoro sulla terraferma. Incontra don Fernando, che gli offre una ricompensa, s’egli impedirà il matrimonio tra Serafina e don Ramiro, figlio del podestà di Minorca. Picaro si traveste da don Alvaro e si presenta ai due innamorati nel giardino del castello. Serafina crede d’aver ritrovato il padre ch’era disperso. Sopraggiunge Chiara, fingendo di mendicare. Serafina non la riconosce, ma ottiene dal finto Alvaro di ospitarla. ‘ convinta da Picaro (il finto Alvaro) a rinviare le nozze, perchè su suo padre, che è un pirata, pendono una taglia e una condanna a morte. Chiara e il vero don Alvaro s’imbattono infine in Picaro, ora pentito, che finge d’accompagnarli da Serafina e invece fugge spaventato.

Atto II

Interno di una antica cisterna. In fondo da un lato, avvi una porta chiusa, dall’altro un’apertura che mette ad una scala fatta a chiocciola, la quale fingesi che termini ad altri corridoi più alti del castello, e al trabocchello della statua ove Picaro si è celato con Serafina. Da una parte e dall’altra rovine, arcate, e nascondigli. ‘ notte.

I pirati, alla ricerca del loro capo, sospettato di tradimento, penetrano nel castello e catturano don Meschino, Chiara e Lisetta riconoscendo e smascherando Picaro, che libera i prigionieri. Le due sorelle si ritrovano, don Ramiro giura eterno amore a Serafina. Tutti temono che Chiara sia fuggita coi pirati, ma la ragazza torna assieme a Picaro, che si dichiara fedele ai nuovi compagni.

SCENA QUINDICESIMA

Chiara
(a Picaro)
Tu che al sentier d’onore
facesti omai ritorno,
in sì ridente giorno
Non paventar per te.

Tutti
Avrai del tuo buon cuore
piene da noi mercé.

Picaro
Grato a sì gran favore,
vi giuro eterna fé.

Chiara
Non più perigli
non più timori;
omai respirano
i nostri cori;
in gioia stabile
il duol cangiò.

Tutti
Le mie speranze
son paghe appieno
alfin sereno
il ciel brillò.

Coro
In gioia stabile
il duol cangiò.
FINE

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