INTRODUZIONE
Emilia di Liverpool è un dramma semiserio in due Atti, musicato da Gaetano Donizetti tra febbraio e luglio del 1824 di Giuseppe Ceccherini, che revisionò il libretto per la nuova versione napoletana, nel medesimo Teatro, dell’8 marzo 1828. La prima versione andò in scena per la prima volta a Napoli, Teatro Nuovo, il 28 luglio 1824.
LA PARTITURA MANOSCRITTA
La partitura manoscritta autografa è a Napoli, al Conservatorio di San Pietro a Maiella (Donizetti. Rari 3. 7. 17). Nello stesso Conservatorio c’è la copia manoscritta di 197 cartelle (Donizetti. Rari 13. 2. 16). Al Museo Donizettiano di Bergamo c’è la partitura manoscritta del secondo Atto, con alcuni segni autografi (I. 2a. A. a/2). All’Istituto Corelli di Cesena c’è lo spartito autografo per soprano e pianoforte (2755).
IL LIBRETTO
Solisti della prima rappresentazione a Napoli, al Teatro Nuovo, il 28 luglio 1824:
Emilia – soprano – (Teresa Melas)
Claudio di Liverpool – basso – suo padre (Giuseppe Fioravanti)
Federico – tenore – (Domenico Zilioli)
don Romualdo – buffo – (Carlo Casaccia)
Candida – mezzosoprano – sua figlia (Francesca Ceccherini)
Luigia – soprano – (Clementina Grassi)
il Conte – basso – (De Nicola)
un villano – tenore – (Giuseppe Papi)
Coro di villani
LA TRAMA
L’azione si svolge in una valle, a poche leghe da Londra.
Atto I
Montagna alpestre: alla sinistra sull’alto di una collina è un romitaggio, annesso al quale un tempio di gotica architettura: al basso vari cipressi: in distanza abituri di contadini. E’ l’alba.
Emilia è la figlia di un capitano di vascello, che ella crede morto. Vive a Londra, in casa di una zia, avendo causato lei stessa la morte di crepacuore della madre, per essere stata sedotta e abbandonata da un ufficiale. Dei forestieri cercano riparo nella sua casa. Uno è Romualdo, l’ex promesso sposo, gli altri sono un conte, sua figlia e proprio l’ufficiale Federico, il seduttore mascalzone, del quale Emilia è ancora innamorata. Il conte rivela d’essere Claudio, il padre scomparso di Emilia, salvatosi miracolosamente dai pirati. Perdona la figlia e le impone di sposare Romualdo.
Atto II
Cortile nell’interno del ritiro.
Claudio scopre che Federico è il seduttore e lo sfida a duello. Sopraggiungono gli altri e Federico si pente, pronto a rimediare al disonore sposando Emilia. Claudio acconsente alle nozze. L’altra sua figlia sposerà , felice, il fortunato Romualdo.
SCENA ULTIMA
Romualdo
Non saccio si mme chiammo
io pure fortunato:
me songo già ‘nzorato,
sarà quel che sarrà .
Candida, Conte e coro
Vivete, o sposi amanti,
giorni felici e lieti;
regnino in voi costanti
la pace e l’amistà !
FINE